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Questo libro è la storia di un uomo e di una città. L'uomo è John Ruskin: critico d'arte, viaggiatore, profeta sociale famosissimo nell'Inghilterra vittoriana. La città è Verona, che Ruskin visitò quindici volte tra il 1835 e il 1888, arrivando a definirla "il mio posto più caro in Italia". Più ancora di Venezia, Verona gli pareva incarnare "il destino e la bellezza" del nostro Paese: per i suoi monumenti romanici e gotici, ma anche per il colore delle sue pietre. Sono qui raccolte, per la prima volta, le lettere che Ruskin scrisse alla madre e alla cugina Joan durante il più lungo dei suoi soggiorni a Verona, dal maggio al luglio del 1869. Testi che ci mostrano l'autore ora intento a disegnare le predilette arche scaligere, ora in cerca di paesaggi e di panorami, tra camminate in collina e riflessioni preoccupate sul futuro dell'Italia. Completano il volume una scelta di acquerelli a colori di Ruskin e un'antologia di suoi scritti su Verona (da "A Joy for Ever", "Verona, and its Rivers", "Fors Clavigera"); il saggio del curatore ("Per un pellegrinaggio ruskiniano"), che ripercorre la vita e l'opera di Ruskin, è illustrato da fotografie in bianco e nero di Aldo Ottaviani.