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Questo libro percorre, con sguardo critico e attento alle fonti, la concezione che il mondo greco antico, arcaico e classico, ha elaborato rispetto al destino delle anime dopo il loro distacco dal corpo. Utilizzando alcuni testi letterari che spaziano dal VII al V secolo a. C. - come i poemi omerici e le tragedie classiche - e i recenti studi sulle lamine orfiche, si costruisce un quadro esaustivo del pensiero greco antico intorno a questi temi, offrendo qualche breve elemento concernente il mondo romano. Attraverso l'analisi dei riti funebri e dei culti misterici, si può comprendere come la tradizione greca abbia elaborato le strategie per accettare la morte e quanto essa porta con sé, inserendola in un orizzonte cognitivo e superando così il trauma del distacco da questo mondo. Costruire una ritualità della morte permette di esprimere la propria concezione di una fase successiva all'esistenza terrena, collocata in luoghi diversi, nel cuore della terra, sopra di essa, oppure in territori fuori dal tempo e dal mondo conosciuto, come potevano essere le Isole dei Beati o i Campi Elisi.