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Nella società contemporanea il termine Utopia sembra aver cancellato la sua accezione positiva di eutopia, di "buon luogo", di orizzonte del "non ancora" verso cui l'umanità deve volgere il proprio sguardo critico, progettuale e trasformativo, per accettare la sua dimensione più oscura di outopia, di luogo chimerico, irraggiungibile, di "luogo che non c'è". Il numero propone una riflessione sulla dimensione "progettuale" dell'Utopia, come percorso ideale che, partendo dall'osservazione critica della realtà esistente, consente di prefigurare modelli e scenari di trasformazione.