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Lina Gentilli, ebrea di San Daniele del Friuli, morì diciottenne. Prenderla come perno attorno cui fare ruotare le diverse anime di questo libro ci porta ad abbozzarne l'interiorità, descrivendo altresì aspetti del piccolo mondo in cui era immersa. Un mondo piccolo, sì, ma i cui confini; col contributo dei rigorosi studi prima, poi del grande salto a Venezia, furono valorizzati e allargati, per proiettarsi verso un futuro al quale, però, la giovane non ebbe accesso, essendosi il suo cammino arrestato poco oltre la soglia del nuovo secolo. E quel secolo corse, e il fascio di temi e di problemi suscitati anche da una figura come la sua può essere osservato attraverso il prisma di ciò che anche in lei e attraverso di lei si sperava, si auspicava, prima che il fiume della storia pronunciasse i suoi responsi. L'assenza di Lina dal proprio futuro, inoltre, ci rimanda a idee, aspirazioni e progetti sui quali è tuttora possibile riflettere.