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"Un romanzo bello, intenso, duro e anche scorbutico, ma è quello che ci vuole. Quel sole dell'ottobrata, quegli umili odori, quel mondo tutto o quasi di sonnambuli feriti e degni di pietà. Testo così splendido sull'Ors di Pasolini, sul pensare non forte o autoritario ma autorevole", così Claudio Magris definisce sinteticamente questo romanzo, che è accompagnato anche da due scritti di Mario Rigoni Stern e Marosia Castaldi, e sulla cui fascetta si legge: "Dalla Carnia globalizzata la metafora dell'Italiano contemporaneo".