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Nome immaginario di una città isolana, Pòju Luàdu ha la concretezza storica di una civiltà che ha fatto male i conti con la modernità. Sulle carte è solo Pòju, che nella lingua del luogo significa 'pozza d'acqua, tonfano' - segno di un'antica simbiosi con la natura. Però, dopo i danni della modernità, il sarcasmo dei suoi abitanti, ha dovuto aggiungere la qualifica luàdu: 'avvelenato'. Ciro, ormai vecchio e vedovo, ha deciso di tornare nella nativa Pòju, dopo una vita da giramondo, generoso e colto idealista. Abita una casa che non riesce a finire, al limite di un dirupo, prossima al degrado della periferia cittadina. Fa vita ritirata, limitato dalla flebite a una gamba: legge, scrive, ha pochi contatti.