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Fondato su documenti d'archivio in gran parte inediti, il libro ricostruisce, dal XV secolo ai giorni nostri, la storia di Sant'Angelo, un luogo appartato della campagna toscana, situato sulle colline prospicienti Subbiano, lungo l'antico percorso della transumanza che dall'Alpe di Catenaia scendeva verso la Maremma. La presenza in loco di una sorgente di acqua perenne, tutt'ora esistente, ha fatto sì che Sant'Angelo fosse abitato sin dai secoli XIII-XIV, quando vi è documentata l'esistenza di una piccola chiesa rurale che, dedicata a san Michele Arcangelo e sconsacrata nel XVIII secolo, ha lasciato memoria di sé nel toponimo. Un luogo antichissimo e arcano, dunque, di cui il libro ricostruisce non soltanto la configurazione materiale (estensione, confini, colture, edifici), ma anche la qualità e l'incidenza della presenza umana. Proprietari e mezzadri: gli uni impegnati a percorrere le vie dell'ascesa economica e sociale, gli altri, quasi senza nome e senza storia, spesso identificati con il nome del podere in cui lavorano, salvati dall'oblio più completo, solo grazie ai registri delle tasse. Corredano il volume gli alberi genealogici delle famiglie aretine Subiani e Palazzeschi.