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I monaci camaldolesi sono presenti ad Arezzo dall'XI secolo nei monasteri di S. Michele, S. Maria in Gradi, S. Clemente, S. Benedetto, fino alle soppressioni ottocentesche. Intrattengono un articolato rapporto con la società e le istituzioni cittadine, presentandosi come religiosi di santa vita, pastori di anime, signori e proprietari terrieri, studiosi e letterati, committenti di opere d'arte. I saggi raccolti nel volume studiano i rapporti con il vescovado e i ceti dominanti aretini nei secoli XI-XIII (J.P. Delumeau, G.P.G. Scharf); con il Comune di Arezzo fino al 1384 (P. Licciardello); le relazioni con l'abate umanista Girolamo Aliotti (C. Caby); l'attività scientifica e culturale a S. Maria in Gradi tra Seicento e Settecento (M.C. Milighetti); la gestione del miracolo della Madonna del Conforto nel 1796 (F. Cristelli); le vicende architettoniche dei monasteri di S. Michele, S. Benedetto, S. Maria in Gradi, S. Clemente (A. Pincelli, A. Andanti, M. Tocchi); la committenza artistica a S. Maria in Gradi (L. Fornasari). L'interazione tra i monaci e la città si rivela feconda per entrambi e ci permette di osservare la storia dei monaci e della città da una prospettiva nuova.