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Filosofo polacco, Roman Ingarden (1893 -1970) ha rappresentato una delle figure più importanti della fenomenologia e dell'estetica del XX secolo. Allievo e collaboratore di Husserl, ha posto al centro della propria indagine filosofica la questione del realismo-idealismo, nel tentativo di delineare i metodi e gli scopi di un'ontologia fenomenologica. Questo volume presenta finalmente la nuova traduzione italiana della sua opera principale in ambito estetico, "L'opera d'arte letteraria", apparsa per la prima volta in lingua tedesca nel 1931 e, rivista, nel 1965. Con questa traduzione si vuole dare nuova trasparenza e vivacità filosofica al saggio di Ingarden che senza ombra di dubbio già costituisce un riferimento inaggirabile per gli studi di estetica e di critica letteraria. A Ingarden va ancora oggi riconosciuto il merito di aver posto, senza ridurla ad una visione psicologistica né ad una meramente epistemologica, la questione dell'essenza dell'opera d'arte letteraria, e con essa quella della sua oggettività. In particolare quest'ultima costituisce un tema appassionante ed ora certamente tornato alla ribalta degli studi estetici. Lungi dal limitarsi ad una provocazione solo teorica, questo tema si articola nell'analisi precisa dei diversi strati dell'opera d'arte letteraria e al disegno della complessa polifonia derivante dalla loro interazione.