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"Si scrive "Puglia" ma - volendo - si può leggere come una tavolozza di parole, a condizione che sia la luce in persona a dettarle a un occhio desiderante. Dentro lo spazio sottile che s'apre tra il lasciarsi andare a Lei (la madre di tutte le puglie) e il farLa venire a noi, lì può scattare lo speciale ingranaggio della meraviglia, quello che impone allo sguardo di farsi vergine come un'alba neonata o cavo come un ulivo primordiale. È lo stesso ingranaggio che Giovanni Miali conosce bene e che egli attiva un minuto prima di mettere in moto le sue macchine da viaggio - quella fotografica e quella auto-mobile - necessarie per poter tornare sul "luogo del diletto" a riempire un album di punti esclamativi come questo, che non è il primo né (possiamo scommetterci) sarà l'ultimo, avendo egli contratto la sindrome dell'eterno ritorno per aver guardato, con gli occhi negli occhi, la Magna Mater travestita da Puglia."