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Mi è venuta in mente non appena ho avuto tra le mani il testo teatrale, intitolato "Tiberio", di Dragan Vucicevic Vucko, l'audace e sagace scrittore serbo, che ha avuto il coraggio di scrivere una vera e propria denuncia politico-sociale sotto forma di tragedia in tre atti (nove scene, e una brevissima nota esplicativa). Tanto più coraggioso l'autore, con questo suo J'accuse di zoliana memoria, perché si tratta di una personalità di spicco nel mondo economico e politico della Serbia, di un uomo di potere insomma, che ha messo a nudo tutti gli "inevitabili" mali che ogni potere porta con sé. In ogni tempo e a qualsiasi latitudine di questo nostro mondo, chiuso nella morsa dell'ineluttabilità del Male, pur essendo stato creato per operare il Bene.