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Lo specchio, quasi cornice di questa nuova raccolta poetica giancaniana, per riflettere un mistero che parte dal corpo, e da tutte le sue necessità materiali. Il corpo, confine e soglia della propria possibilità di incontrare gli altri, per giungere alla mente e al cuore, sicuramente all'anima, meta ultima di tutte le raccolte di poesie di Daniele Giancane. Ancora una volta, nel "trittico" di Daniele Giancane è possibile ravvisare un percorso ascensionale e, direi, di purificazione: dal buio alla luce. La luce e il suo incanto, il suo mistero, la sua nostalgia. Quando si fa sera e le ombre tornano a spegnere il creato, lo stupore, il suo canto. Ma l'alba ritorna ad ogni nuova alba e riemerge "dal fondo del nulla/la miracolosa luce/che copre ogni vivente/come un suono di tromba,/l'ennesima epifania del mondo". E, abbacinato da tanto splendore, il cuore del poeta trema e preferisce il silenzio, nel quale racchiude il segreto della vita e del suo andare oltre.