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Un giornalista appassionato di montagna e di sci, quarantottenne scanzonato e immaturo, è improvvisamente costretto a confrontarsi con una realtà adulta: l'omicidio in redazione, a colpi di spranga, di una giovane collega. La caccia all'assassino mette a nudo le contraddizioni di una generazione, ma anche l'insofferenza verso la provincia ottusa e bigotta che fa da quinta al racconto. Per contrasto emerge l'amore per Torino e per le sue montagne, dove il protagonista si rifugia nel tentativo di fermare il tempo attraverso il gioco. Carta stampata, pendii innevati, morte: sono tutti pretesti. La vera chiave è un male di vivere intenso, ma sempre pronto a stemperarsi in una risata aromatizzata alla birra.