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La malattia senile del giornalismo è l'autobiografismo, ha detto Enzo Biagi, e questo quaderno, un passatempo autoerotico come ogni diario retrospettivo, è stato annotato appunto nella stagione infeconda in cui si dimenticano i nomi e gli ombrelli. Mi ritrovo, insomma, a sottrarre le dita all'artrite intrecciando questo cestello di giunchi nell'età che induce persino i vescovi a dimettersi; del resto, come scriveva la nonagenaria Lalla Romano, si ritorna sempre nel luogo dal quale non si è mai partiti.