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Questo saggio passa in rassegna aspetti poco noti al grande pubblico della magia nel periodo greco-romano avvalendosi di testi scritti, in un arco di tempo che va dal 776 a.C. fino alla fine dell'Impero Romano (476 d.C). Ma cosa si intende per magia? La definizione in se stessa è più problematica di quanto si pensi e spesso sono necessarie decine di pagine di speculazioni filosofiche solo per introdurre l'argomento. È fondamentale che un testo che si rivolga a non studiosi della materia e persino a profani della stessa, riesca a sintetizzare i temi trattati, senza alcun dogma, permettendo così al lettore di elaborare la sua idea personale. Dobbiamo però partire da un assunto spesso ignorato o dato per scontato: la magia antica basava i suoi riti richiamando forze ed entità per lo più malevole. Esse ne costituivano il fulcro, senza cui i riti non potevano essere attuati. Tale pratica troverà la sua massima espressione attraverso l'utilizzazione delle Tavolette Maledette. Nel libro, dapprima analizzeremo l'aspetto magico di Roma, i riti e le superstizioni, poi andremo a scoprire chi erano gli stregoni e le streghe dell'epoca nonché le leggi promulgate per arrestare il fenomeno magico a livello sociale. Successivamente ci inoltreremo nell'affascinante e poco conosciuto campo delle Defixiones. Queste saranno affrontate e sviscerate attraverso vari criteri, tra cui il materiale di costruzione, la provenienza geografica e il tipo di magia.