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In questa poesia il mare è riferimento ora realistico, ora allegorico e immaginifico, ma sempre danzante nella mente e nell'anima in un ritmico gonfiarsi e quietarsi, frangersi e placarsi, avvolgere e ritrarsi. Un intreccio polifonico e polimorfico di "parole, suoni, silenzi" dove il tempo è arbitro di emozioni, presenze e memorie, tra momenti legati alla caducità dell'istante e altri proiettati in un orizzonte eterno: un tempo che pur divorando rallenta, riavvolge, cristallizza e infine si dissolve sotto il potere della poesia, che decodifica la realtà tramite "il filtro dei sensi" e cerca "il senso da dare alle cose". Su tutto regna la sconfinata fede nell'amore, nelle sue molteplici configurazioni: attitudine dello spirito, espressione intima, risorsa universale, abbandono carnale. Una poesia "del cuore che corre", semplice e diretta nella forma concisa e però ricca di sfumature, dettagli, anfratti nei quali immergersi, orientarsi, disorientarsi e infine ritrovare la via verso la possibile gioia: nel mondo odierno, smarrito e naufrago, c'è ancora spazio per la riconquista di una "luce di quiete" tanto per sé come individuo, quanto per l'umanità nel suo insieme.