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L'Iran del secondo dopoguerra è un paese instabile e la lacerato da profonde divisioni politiche, religiose e sociali. Il primo ministro Mossadeq, con una politica nazionalista ambiziosa e audace, libera il paese dai vincoli di sudditanza con la Gran Bretagna, ma le logiche della Guerra Fredda non permettono al carismatico leader di conseguire il suo obiettivo. Il 15 agosto 1953, un colpo di stato pianificato e diretto dalla CIA, chiude la sua esperienza politica alla guida del governo dell'Iran.