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Centinaia di marche tipografiche antiche censite e descritte minuziosamente in rapporto all'animale che vi compare. Con piccole ma continue sorprese quasi ad ogni pagina: ad esempio, che in alcune edizioni giuntine al giglio si attorce un serpente, o che il pesce che orna lo stemma di un tipografo ginevrino è finito cotto in salsa sul tavolo di un pranzo nuziale descritto da Balzac. E con alcune risposte: perché mai un fagiano dovrebbe artigliare un delfino? o un orso e un leone sbranare concordi una scimmia? E, per ogni animale un denso profilo "d'autore" che ne ricostruisce la natura simbolica e culturale, ma non solo. Dotte divagazioni che ci consentono di scoprire che, prima della scoperta del polo australe, chiamavamo pinguino uccelli molto diversi da quelli che oggi portano quel nome; che di elefante ne esistono varie specie, ma l'uomo ha imparato a riconoscerle molto tardi, poco più di cent'anni fa; che un solo libro al mondo è stato rilegato usando una medaglia di Pisanello come decorazione, e che quella medaglia rappresenta un grifone; che in Cina il giardino di un palazzo imperiale venne concepito per poter fornire cibo alla mitica fenice; che è grazie a un cane che l'uomo conosce la porpora, la cui conchiglia, ci spiega il poeta Marino, è simbolo del corpo di Cristo così come la porpora ne è il sangue. E così via. La seconda parte è un censimento descrittivo di centinaia di marche di stampatori di antico regime del vecchio e del nuovo mondo.