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"Társila Vilaflor avrebbe chiuso il locale. - Per sempre. Avrebbe seguito la stessa rotta di coloro che erano già partiti. - Chiudere e andarmene, non posso fare altro. Társila Vilaflor parlava ebbra, la voce pastosa, e gli chiedeva di partire con lei. Non sapeva di quegli occhi che incalzavano da un oscuro passato, come non capiva perché Juan Valeriano Samburgo le rispondesse di sì, che l'accompagnava". Con un linguaggio al contempo tellurico e lirico, Nacaria narra l'epopea del sogno utopico - e del suo drammatico epilogo - della fondazione del mitico territorio di Isla Nacaria. Basato su avvenimenti reali del passato, il romanzo è un'originale parabola sull'incanto delle illusioni e la desolazione del fallimento. In qualunque tempo e in qualsiasi geografia. Nel fatale compimento, tanto individuale quanto collettivo, di un destino sempre incerto.