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Il nostro agire quotidiano appare sempre più caratterizzato e dominato dalle nuove forme della comunicazione. Social network, Twitter, Second Life e altri modelli di partecipazione mediata stanno modificando radicalmente il nostro modo di prendere parte alla società dell'informazione. Eppure, nonostante le indiscusse potenzialità di questi new media, stanno nascendo contemporaneamente diversi problemi legati alla conoscenza dei linguaggi nonché agli effetti prodotti da questi nuovi sistemi del comunicare. "Il vuoto è pieno" riflette sugli strumenti e sugli aspetti della comunicazione (periodici, manifesti, pubblicità, televisione, virtuale...) attraverso l'impatto che assumono in una società che pare votata prevalentemente allo spettacolo e all'intrattenimento. Diventa così prioritario (ri)pensare un'etica del nostro agire comunicativo per scongiurare quelli che sembrano gli esiti finali di processi già in atto: ovvero l'informazione come intrattenimento e la comunicazione come strumento di controllo e di potere.