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La sonatina è un racconto lungo con il respiro ed i ritmi di una sceneggiatura. Al tempo stesso è vicenda politica, storia di un'iniziazione, educazione sentimentale. Tale densità, però, non disturba il lettore, ammaliato - in laguna si direbbe inçinganà - da una lingua fluida e persuasiva, senza eloquenze. La meraviglia, tutta la meraviglia malinconica di un mondo alla fine che appena fa intravedere l'alba, è mutata in forme oggettive. Quello di Moisio è un pensiero della presenza: presenza come relazione, innanzitutto; forma attribuita alla sfera sensoriale, all'estetica, nell'accezione etimologica del termine; capacità strutturante della storia.