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Ugo Zamburru cammina con le Madri di Plaza de Mayo, con gli indigeni del Chiapas, con i No Tav della Val Susa, con gli attivisti di Famatima, sperduta nelle Ande e avvelenata dal cianuro. Parla con chi è preso di mira perché nativo di luoghi ricchi di risorse naturali. Ci racconta dei tanti che si oppongono a "quel veleno mortale che è l'ingiustizia che permea i pori del mondo impedendogli di respirare". Ma il suo racconto non è mai solo cronaca. Ugo Zamburru lascia spazio al sogno anche ingenuo, alla fantasia, alla speranza di chi comunque si oppone all'ingordigia e all'avidità dei padroni del mondo.