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Dottoressa, poliziotta, insegnante, pretora, soldatessa. Le mille incarnazioni di Edwige Fenech sullo schermo hanno popolato l'immaginario erotico di più di una generazione di spettatori, rimbalzando dalle sale degli anni settanta alle tv private dei decenni successivi e consacrandone il ruolo di musa indiscussa di una stagione del nostro cinema. E proprio mentre lei si reinventava produttrice di rango, rinnegando più volte la carriera scollacciata, la giovane critica militante (per non parlare di Quentin Tarantino) l'ha riabilitata, coprendola di allori: insieme, infatti, alla rivalutazione del cinema di genere di quegli anni, è emersa la figura di una professionista impeccabile, capace come poche di richiamare il pubblico e creare intorno a sé un vero e proprio "sistema" produttivo. Il volume racconta e analizza a tutto tondo la carriera dell'attrice, tra ironia e rigore documentario, affetto sincero e spirito goliardico. Il risultato è la prima monografia completa su Edwige Fenech, che le restituisce un'immagine lontana dai cliché. Tanto più che, come scrive Pergolari nel saggio introduttivo, "è l'unica attrice del cinema italiano degli ultimi trent'anni capace di essere rievocata da tutta la popolazione anche solo nominandola. L'unica attrice del cinema italiano degli ultimi trent'anni cui possa essere dedicato un libro come questo".