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Cagliaritana, Carla Mura ha iniziato, fin dai primissimi anni Duemila, a lavorare con materiali insoliti, guardando all'esperienza dell'informale americano e facendo sua la necessità di andare oltre la figurazione, calandosi mani e piedi nel lavoro pittorico in maniera spontanea e autentica: senza, cioè, mediazioni intellettualistiche o teorizzazioni a priori del proprio operare, ma cercando, innanzitutto, il suo personale (e originale) approccio alla pratica artistica - quello che, fin dal principio, la caratterizzasse e la definisse, a partire dal linguaggio utilizzato, prima ancora che da questioni stilistiche o meramente contenutistiche. Ma è con la scoperta (casuale, come avviene spesso con le scoperte importanti, non di rado improntate a un concetto di serendipità), di quello che diventerà in seguito il suo mezzo peculiare - il filo di cotone, un filo d'un tipo raro, particolare e pregiato -, che il lavoro di Carla Mura entra in una fase di maturazione e di forte riconoscibilità.