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"Cominciai a conoscere l'India. Incontrai straccioni che conducevano vacche scarne e ossute per i centri abitati. Capitai in piccoli villaggi costruiti con fango e sterco di vacca, dove la gente viveva pressoché nuda, in un'indescrivibile miseria e promiscuità. Entrai in una lurida capanna dove, per terra, sulla paglia, giaceva un uomo, ancora giovane, con una lunga ferita a un braccio, ricoperta di foglie, mi chiedevo come avrebbe fatto a guarire in quelle condizioni di sporcizia. In quell'occasione seppi che la notte la gente metteva fuori la capanna una ciotola piena di latte per il cobra, perché si sfamasse senza dovere entrare nel misero tugurio alla ricerca del cibo. Ma la scena più raccapricciante che mi si presentò davanti fu quando vidi sul corpo dei bambini le stigmate della denutrizione."