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Fra il 1950 e il 1954 Dinos Christianòpoulos, allora giovane studente universitario, pubblica le sue due prime raccolte poetiche, "Stagione di vacche magre" e "Ginocchia straniere", qui per la prima volta integralmente presentate in volume con versione italiana. Distanti e complementari, questi due testi sono efficacemente rappresentativi del percorso di ricerca formale condotto dal poeta: da un lato "Stagione di vacche magre", con la sua lirica popolata di personaggi della Sacra Scrittura, del mondo classico e bizantino, densa di suggestioni della poesia di Kavafis e di Eliot; dall'altro la confessione esplicita, la "parola nuda" dei brevi componimenti di "Ginocchia straniere". Al centro di entrambe le raccolte - e di tutta la poesia di Christianòpoulos nei suoi successivi sviluppi - l'amore, indagato nei suoi aspetti sensuali e nei suoi traviamenti, nella consapevolezza che al poeta che si cimenti con il tema dell'amore e della sensualità spetta soprattutto il compito della costruzione di un linguaggio equilibrato ed esatto, in grado di allargare i confini della libertà di espressione oltre ogni censura verbale.