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Merda e luce, viscere e firmamento, in un "pentateuco" del cosmo, dove sono protagoniste le soglie varcate (e spesso brutalmente violate o esplose), le barriere sfondate, le porte spalancate dal pensiero e dai gesti, nei continui attraversamenti e nei dialoghi: tra la carne e il grido, tra il corpo e il sogno, tra l'inconcepibile e il quotidiano. Il volume raccoglie cinque testi dominati dall'elemento materno e cosmico. Ne "Il firmamento" ci sono un uomo e una donna nudi in una notte d'estate, il cielo stellato e uno spaccaossa; in "Duetto" domina la scena Maria Callas, che dialoga con la sua tenia; in "Merda e luce" compaiono un siparista, un sipario, un motociclista e un pene; in "Magnificat" una partoriente dialoga con il proprio feto e con la sua voce a venire. Chiude "Fuoco nero" dove sotto il sole, la luna e una meteora si fanno avanti un cielo nero e Kleist, Adolf Hitler e la materia oscura, Primo Levi e Alessandro Magno. Dentro il flusso della vita, Antonio Moresco trova il punto dove la parola teatrale riacquista il suo peso e la sua radicalità, la fragilità, la poesia e la violenza.