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Un tratto di matita come filo della memoria. Le carrette del mare stracariche di albanesi e quelle che abitano come fantasmi il fondo del Mediterraneo, i profili grotteschi dei politici, dal ministro De Lorenzo a Bobo Maroni. Vauro ripercorre vent'anni di rapporti tra italiani, stranieri e un io collettivo che di volta in volta è razzista, xenofobo, paternalista, imbarazzato o perfino complice. Per raccontare l'amara disillusione di chi è venuto a cercare lavoro, pace e democrazia e ha trovato un popolo diffidente e contraddittorio, pronto a offrire solidarietà e ad accogliere ma anche a rifiutare e sfruttare.