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Vengono percorsi gli ultimi vent'anni di emergenza "rifiuti urbani", un'emergenza senza fine, sul cui conto numerose Amministrazioni, da due decenni almeno, si dichiarano impotenti e sconfitte; quasi che i rifiuti urbani fossero il male di tutti i mali, l'anima nera delle nostre società. Viene percorsa, parallelamente, un'emergenza ambientale vera, via via sempre più acuta ma sottaciuta, quella dei "rifiuti speciali". Rifiuti derivanti dagli scarti industriali, molti dei quali estremamente pericolosi. Veri e propri veleni sottratti dal circuito legale del trattamento e smaltimento, anche a causa di quei produttori che, desiderosi di perseguire la logica della riduzione dei costi (costi quel che costi), pure quelli a tutela dell'ambiente e della salute umana, sono portati a disfarsene a prezzi sempre più bassi. Un giro d'affari di alcune decine di miliardi di euro l'anno: un pasto prelibato per molti criminali, un business per l'imprenditoria deviata, un convito irresistibile anche per chi, con le proprie collusioni e complicità, autorizza tali attività, e per chi, con i propri silenzi compiacenti, con le proprie omissioni, non controlla, non vigila sul puntuale rispetto della legge, dando così il colpo di grazia al già precario equilibrio ambientale.