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Questi esercizi di postura che un maestro della narrazione breve come Domenico Vuoto ci propone sono esemplari di modi diversi, ma in fondo paralleli, di raccontare il quotidiano. È una modalità varia che diventa esempio, scelta stilistica, che s'impone come tecnica di linguaggio narrativo. Varia, ostinatamente problematica la galleria di personaggi a cui il narratore affida la propria idea di umanità: uomini e donne in perenne ricerca di una propria identità. I mondi a cui queste "posture" sono dedicate sono quelli di una quotidianità romana, guardata con amorevole precisione. La letteratura che le racconta non abdica alla propria funzione di testimoniare gli individui e le difficoltà delle loro esistenze. La misura breve del narrare distilla la parola più efficace.