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Un racconto paradossale, al limite del surreale: così può essere classificato questo scritto di Antonio Petrucci. In poche pagine, snelle e avvincenti come un noir, l'autore fa apparire Silvio D'Arzo - a sessant'anni dalla sua scomparsa - quale ospite inatteso di un convegno di studi sulla sua poetica di scrittore. La descrizione è talmente coinvolgente da far presumere che l'evento sia davvero in corso, creando la sensazione di incontrare il grande scrittore reggiano prima del suo definitivo trasferimento nella Terra degli Appagati. Ma c'è di più: il racconto di Petrucci sottolinea la validità della produzione darziana, allontanando il timore che l'opera incompiuta - Nostro lunedì - avrebbe potuto aggiungere nuovi contenuti alle opere già conosciute, e in particolare alla perfezione stilistica degli endecasillabi che caratterizzano Casa d'altri e gli altri scritti realizzati prima dell'immatura morte. Antonio Petrucci porta lo scrittore reggiano ad autoassolversi dal dubbio di non aver speso, in vita, tutti i talenti che gli erano stati assegnati. E nel contempo ne propone una dimensione attuale, in linea con la miglior produzione letteraria contemporanea. Il volumetto è illustrato, con foto e disegni, da Elisa Pellacani.