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"Tuo padre è morto." "Peccato, il sughetto doveva essere buono." Grazie a un dialogo rimosso, nella quiete di un uomo solitario riemergono i conflitti del passato: l'infanzia nella Milano del dopoguerra, l'adesione alla rivolta studentesca, smarrimento nei mari del Sud. Una vita come tante, eppure attraverso i nodi irrisolti di un'epoca decisiva per la storia d'Italia sfilano raccontati con sguardo impietoso i fantasmi degli anni 70, fino a un viaggio che sfiora naufragio e approda a un finale sorprendente: una cronaca dall'interno narrata in prima persona e in presa diretta, traboccante di amori e illusioni. Dotato di un tono sarcastico, alla Luciano Bianciardi, ingratitudine è un romanzo amaro e incalzante, con una prosa che senza sconti racconta splendori e miserie di un ex sovversivo, "il più buono dei cattivi e il più cattivo dei buoni".