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Nel 1978, la pubblicazione del Café Lehmitz rivela in modo spettacolare il nome di un giovane fotografo di documentazione svedese: Anders Petersen. Il libro, diventato un titolo di culto, registra con tenerezza e precisione la vita quotidiana di un bar di Amburgo dove si ritrovano disoccupati, prostitute, marinai e emarginati. Per due anni Petersen fotografa dall'interno frammenti di vita, la sua e quella degli abituali avventori, evitando ogni voyerismo. Da qui nasce il senso di vicinanza, di immediatezza, di familiarità che ci coglie quando vediamo queste immagini.