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Questa nuova raccolta di liriche di Loretta Menegon, "Bivacco notturno", conclude un ciclo iniziato con "Lampi d'autunno" e proseguito con "Neppure un lamento" e ne preannuncia un altro che, pur non abbandonando l'orizzonte dell'esperienza esistenziale dell'autrice, si presente con alcuni apprezzabili segni di novità. La sua è una poesia che scaturisce prevalentemente da un vulnus immedicabile, da una ferita che stenta a cauterizzarsi. Si direbbe che la poetessa spinta dall'urgenza di dire, incalzata dal flusso dei ricordi e da improvvisi soprassalti della memoria, non si curi più di tanto di interporre un filtro ai suoi sentimenti e preferisca consegnarceli nella loro incandescenza, nell'attimo stesso del loro manifestarsi.