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La struttura narrativa de "Il polittico della città di T", in cui due vicende s'intrecciano, proseguono parallele per poi confluire in una sorta di riflessione del protagonista, è sostenuta da una scrittura penetrante, venata spesso d'ironia, che cerca di esprimere l'incertezza e la molteplicità del reale. Soprattutto l'incertezza, poiché, alla fine pare che i nodi intrecciati fin dall'inizio, si sciolgano, mentre in realtà l'atmosfera non si rasserena, rimane avvolta in una luce torbida. In realtà nulla si risolve, è illusorio crederlo. La soluzione di un enigma comporta un ulteriore enigma, e così via. In tal modo, le rivelazioni cui perviene il protagonista, non stemperano la loro drammaticità ma restano, incandescenti a illuminare il presente. Forse alla loro luce si può meglio decifrare l'incerto reale, convivere con i suoi ininterrotti turbamenti, affrontarlo assumendo le proprie responsabilità, senza smarrirsi nella nebbia del rimosso.