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"La costanza dell'inseguito" di Vincenzo Di Maro, vive di una doppia scoperta: quella di una vocazione poetica, e della coscienza che "Mondo" e "Sé" si abbeverano alla stessa fonte originaria. Opera dalla segreta tensione metrica che mima "eclissi e desiderio" di ogni armonico divenire. Poesia assoluta e certa di un presente tanto precario quanto emblematico, dove parole, oggetti, persone confluiscono entro un magma di metamorfici parallelismi. Struttura complessa che diviene, nelle sezioni dal titolo dei giorni ulteriori e il tempo perdonato, chiarità di un timbro battente ed elegiaco, attraverso i giorni e il tempo. Questa ambiziosa "Opera prima" di Vincenzo Di Maro è una sfida tra la mente e il cuore che richiama tanto le avanguardie quanto il registro sapienziale dei libri perenni: dove i russi e i latini, certo Wallace Stevens e i mistici medievali, convivono alla compassata presenza della nostra lirica più attuale ed avvertita.