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In "Jacovitti. Beppe & Co." l'autore termolese, cresciuto su "Il Vittorioso", dà sfogo a tutta quella serie di pulsioni e nevrosi che hanno sempre caratterizzato la sua produzione fumettistica, dai personaggi "minori", come Elviro il vampiro, a quelli di maggior importanza, come Cocco Bill, Zorry Kid e Jak Mandolino, senza i limiti imposti dai lettori generalisti, troppo restii ad accettare drastiche rivoluzioni nei temi trattati e nel modus operandi del Jac. Ecco quindi che le famose scappatelle diventano un pretesto per tratteggiare uomini sormontati da corna di ogni tipo. Donne che, a dispetto di tutto, sono sempre giunoniche, procaci e invadenti, oltre i limiti del paradossale. Non mancano poi la politica, argomento caro a Jacovitti e che in più di un'occasione lo pose sotto i riflettori - specie durante il periodo "Linus" -, e quella quotidianità tanto banale da risultare eccentrica, estrema, quasi immaginifica. Un prodotto, figlio degli anni Settanta, in cui il Becket di "Aspettando Godot" e le "Jacovittagini" camminano di pari passo tra le vignette mute di "The little Beppe" e quelle sardoniche de "Il grandeBeppe" Jacovitti riesce a dipingere un quadro pungente di un'Italia che nonamava affatto la comicità se non era politicamente corretta e moralista. Prefazione di Gianni Brunoro.