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Un lavoro in due parti. La prima di realtà cosiddetta aumentata, anzi storpiata e rivoltata, che diventa surreale, maltrattata con utensili bruti e cattivi, su temi di oggi tanto diffusi da diventare arnesi frusti da rigattiere. Si parla male di turismo low cost, previsioni del tempo, feste e sagre (della cipolla ripiena, del sedano rosso...), chilometri zero, commercialisti e appalti truccati, tav e animalisti, rievocazioni storiche a tutti i costi. Si ride, ma non c'è niente da ridere. Alla fine si va in montagna con storie per niente aumentate, anzi normali, e dettagli di posti fuorimano, storie di persone senza gloria, un paesaggio che commuove nella sua modesta bellezza, anziani che raccontano e giovani che mettono insieme hitech e tradizione per inventarsi una vita decente, anzi soddisfacente. E iniziative ardite come quella della nuova vita delle baite di Paraloup, in valle Stura, prima base partigiana di Nuto Revelli e compagni.