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La raccolta di poesia di Giuseppe Bocchino è un diario che parla di bellezza e di nostalgia, di verde e di natura, di sole e d'acqua e di solitudine e di dolore, di rabbia e d'amore. È un viaggio nella propria anima che "subimmo a capo chino, [con] la duplice condanna: degli affetti, e d'una labile ed inutile memoria".Ma proprio per vincere questa "labile ed inutile memoria" e per rivitalizzare gli affetti che il Poeta rilegge la propria vita e la riscrive facendosi cantore della nostalgia della bellezza: "ancora ho sognato, i miei sogni di ragazzo; adesso mi urlano". E con i sogni il Poeta non s'arrende, continua a lottare, pur da solo, contro i conformismi dell'ambizione e del potere. "Siamo ancora, : qui salutiamo, il giorno, diamo il benvenuto al sole." C'è la piena consapevolezza della propria solitudine, ma ancor più della propria voglia di lottare contro tutte le avversità per l'affermazione dell'autenticità dei sentimenti e dei valori.