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Notti precarie è una raccolta di 12 "short stories" divise in due parti completamente diverse per stile e tipologia di racconti, in un amichevole confronto fra le visioni notturne dei due autori. I racconti di Vincenzo Malavolti sono un tuffo nel passato della sua gioventù, fra i "bar sport" della sua Faenza,, soprattutto a partire dal primo "Notti panine". Questo è un piccolo intenso affresco tendente a delineare la peculiarità dell'ambiente e dei personaggi che saranno protagonisti delle serate vitellonesche narrate in seguito nelle successive "Notti e spiriti" e "La notte delle australiane". Nella seconda parte Vincent W. Mallory esordisce con un pezzo di annichilente sarcasmo calandosi nei panni di un professore di matematica divenuto prima scrittore fai da te e poi ergastolano: "Le notti di writekiller". Il tema del "noir" esplode poi in maniera drammatica nella "Notte incasinata" di un ragazzo milanese deluso in amore e sfocia nella scostante figura di un trafficante di droga, in un crudo, estremo, racconto limite: "La notte di Natale di un pusher". Il pezzo che chiude questa raccolta è l'espressione dello spirito autoironico che agita il dualismo del narratore, nella poetica e struggente cronaca di un impalpabile amore fra due vite accomunate dalla precarietà e suggellato da un perenne cin-cin alla notte: "Ultimo brindisi".