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Ogni giorno, un gran numero di donne lotta ossessivamente con il proprio peso. Il loro fisico diventa un campo di battaglia tra il cibo e il grasso, tra la voglia di modellare il corpo a un ideale maschile - più rigido, muscoloso e ossuto - e l'incapacità di accettare gli aspetti più femminili. Mangiano in modo compulsivo o si rifiutano di farlo, e nel disperato tentativo di sintonizzarsi con il proprio organismo finiscono per detestare se stesse: il cibo diventa il principale nemico e il corpo un vile traditore. La psicologa Anita Johnston, dopo aver studiato a lungo i problemi legati al ruolo della donna nella società, si è dedicata ai meccanismi psicologici che si nascondono dietro i disturbi alimentari. Il cibo non è altro che la rappresentazione di qualcosa di molto più grande, e quella sensazione di vuoto non è fisica, ma spirituale o emotiva: "dovremmo chiederci di cosa realmente siamo affamate, quali sono i desideri negati o nascosti". Con l'apporto di fiabe, leggende e storie tratte dalla cultura popolare di diversi paesi, l'autrice indaga e svela tutti gli aspetti del femminino, parla alla più intima essenza di ogni donna. Un libro che vale più di mille diete, perché va dritto al cuore della questione: per anni le donne sono state costrette ad assomigliare a un modello costruito da uomini, e di questo modello sono rimaste prigioniere rischiando di perdere la loro vera identità.