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Il 12 agosto 1944 un piccolo paese arroccato sulle Alpi Apuane, abitato per lo più da donne, bambini e vecchi sfollati, viene, senza motivo, investito dalla furia nazista: 560 persone, di cui 150 bambini, sono barbaramente uccise e arse vive da un reparto SS nell'arco di poche ore. Per più di trent'anni la comunità martire combatte per rivendicare la propria memoria di fronte alla sordità offerta dalle istituzioni, dalla magistratura e dall'opinione pubblica. La storia di questo paese e della sua tragedia non è stata consegnata all'oblio casualmente, ma in quanto testimonianza viva di una memoria complessa e contraddittoria. Lo scopo della presente pubblicazione è di offrire al lettore uno sguardo inedito sull'accaduto.