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È uno studio sulle iconografie della pittura di Pompei, Ercolano, Oplonti, Boscoreale e dell'antica Roma, che volge l'attenzione soprattutto ai contesti sociali. Il caso delle città seppellite dall'eruzione vesuviana appare il più completo terreno di studi per l'eccezionale contestualizzazione degli apparati decorativi che, perfettamente conservati in situ, permettono di ricomporne i rapporti spazio-funzionali. Si resta tuttora nel campo delle impressioni soggettive per l'identificazione delle botteghe e per il riconoscimento delle mani di singoli "maestri" o "artisti" in virtù di piccoli dettagli significativi. Tutto ciò appare ancora più comprensibile se calato all'interno del nostro contesto temporale e sociale grazie all'intervista ad un grande artista vivente, William Kentridge, che con le sue opere ha contribuito a rendere la stazione Toledo della Metropolitana di Napoli una delle più belle d'Europa e che ha realizzato un'opera monumentale decorando 550 metri di lungotevere con figure alte fino a 10 metri. Il volume è arricchito dalle immagini provenienti dall'archivio dell'arte Luciano Pedicini.