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Una voce parla al telefono e, già dalla prima battuta, si rivelano la sua identità e quella dell'interlocutrice: "Pronto, mamma?" Poi, in otto lunghe telefonate che occupano quattro giorni a marzo, ora in frasi brevi e brevissime, ora interrotte dalla voce che non si sente (e non si legge) ma che s'indovina, ora in appassionate perorazioni o in vibranti accuse... battuta dopo battuta, si delinea un rapporto conflittuale figlia-madre. Si sfaldano progressivamente le maschere familiari innalzate dall'educazione, dal bon ton, dalle convenzioni sociali, da una rete di non detto, di mistificazioni, di ipocrisie, di ricatti affettivi. Nulla sembra salvarsi nell'indagine impietosa della figlia che travolge affetti, ricordi, antiche amicizie, rancori e paure.