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La raccolta di testi poetici "Carmen Libero" è il canto di protesta di una scrittura che si fa corpo: la poesia discende dagli altari del sacro e della feticistica bellezza messa in mostra (in televisione come al supermercato), per vedere gli uomini nella loro oggettività corporale privata di ripuliture e ingentilimenti artificiali. L'autore spinge la propria ricerca poetica in territori ai margini della comunicazione di scambio: attingendo al dialetto napoletano antico e moderno, alla lingua italiana arcaica e popolana, Lubrano costruisce un flusso immaginifico ricco di pathos civile, di erotismo, di crudeltà e recupera la complessità di senso di una poesia immersa nei conflitti e nelle ambiguità delle piccolezze del quotidiano. La poesia di Carmine Lubrano fa appello alla vista ricorrendo al dinamismo della distribuzione del testo sulla pagina, riportando frammenti di icone della più varia provenienza e ancora sfruttando il potenziale immaginifico del significante sonoro della parola. Il testo si compone dunque delle Letanie Jazz, della Rissa Nolana e delle Letanie contro il Grande Fratello, spaziando dalle invettive contro il malcostume e i fatti della politica fino alla carnale Rissa Amorosa che chiude il libro.