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Il carteggio, dal 1921 al 1938, ricostruisce il rapporto di amicizia tra Gabriele D'Annunzio negli anni del tramonto e Arnoldo Mondadori nel periodo della giovinezza e dell'ascesa nell'editoria italiana. Il complesso delle lettere, che copre l'arco di diciotto anni, consente di seguire le fasi alterne del difficile approccio che d'Annunzio ebbe con Mondadori: l'organizzazione del progetto dell'Opera omnia e la sua completa realizzazione. Il carteggio fa emergere le capacità imprenditoriali di D'Annunzio nella gestione della grandiosa impresa editoriale da lui voluta e alla quale pretese di affiancare, alla fine del 1930, un'edizione popolare dei suoi scritti a costo minore e quindi a più larga diffusione. D'Annunzio, fu capace di sinceri sentimenti amicali sia nei confronti di Arnoldo Mondadori, chiamato familiarmente Montedauro o Montedoro e di quanti avevano con dedizione collaborato alla buona riuscita della stampa dell'Opera omnia, come Angelo Sodini e Annibale Tenneroni ma anche Hans Mardersteig e Remo Mondadori, sia nei confronti di vecchi compagni a lui legati da "ragion politica", come Eugenio Coselschi, Mario Maria Martini e Ludovico Toeplitz. Il carteggio tra d'Annunzio e Mondadori si intreccia con le lettere a Sodini, Mussolini, Ojetti e Gian Carlo Maroni.