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I patres idearono versi con ritmi variati, gli iuvenes improvvisarono e interpretarono exodia, le virgines accompagnarono con la danza i carmina espiatori delle matrone, ma l'etica negava loro il piacere di comporre poesia e non consentiva l'esibizione sulla scena. Rigide convenzioni culturali e la difesa di privilegi di status negavano la cittadinanza a poeti e attori e affibbiavano la taccia di infames ai cittadini che violavano le regole comportamentali della società. Luciana Iapella Contardi è ricercatore confermato di Storia Romana presso il Dipartimento di Filologia, Linguistica e Tradizione Classica dell'Università di Torino.