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La Bisanzio di Léon Bloy non è certo un impero in decadenza, dove l'intrigo e le mollezze di palazzo hanno la meglio sul coraggio e sull'azione. È invece una città del paradosso e degli estremi dove convivono "le terribili passioni degli asiatici" e le pratiche della più rigorosa ascesi cristiana. I personaggi e le vicende della dinastia macedone hanno tutti questo tratto paradossale in cui il bene e il male, la violenza e l'amore, la guerra e la preghiera si mescolano senza trovare facili catarsi. Bloy descrive non solo le imprese militari di Niceforo Foca, di Giovanni Tzimisce e di Basilio Il, ma anche la vita di corte, i rapporti con l'Islam e i conflitti tra potere politico e potere religioso.