Tab Article
Primavera dell'anno 1482, bassa Valle del Po, Venezia lancia sul fiume attraverso la bocca di Fornaci il nobile Damiano Moro al comando di una flotta di 400 imbarcazioni. Simultaneamente parte l'offensiva di terra guidata da uno dei più abili e spericolati condottieri, Roberto di Sanseverino. Ai suoi ordini 15.000 uomini che varcano l'Adige, attraversano le paludi del Tartaro e piombano sulla riva del Po. Una manovra a tenaglia. Lo scopo è quello di schiacciare navi e soldati del duca Ercole I d'Este per impadronirsi delle fortezze a guardia del fiume, Rocca Possente di Stellata e Rocca Benedetta di Ficarolo, prima dell'arrivo sul campo di battaglia dell'Armata di soccorso alleata. Milanesi, Napoletani e Fiorentini guidati dal duca Federico di Montefeltro sono decisi a impedire la caduta di Ferrara. Dopo le ripetute sconfitte in Levante contro i Turchi, Venezia getta nella mischia un fiume di sangue, armi e denaro per resuscitare il sogno del doge Francesco Foscari, l'egemonia veneziana sull'Italia del Nord e in prospettiva l'unificazione della Penisola sotto le ali del Leone. Damiano Moro e Roberto di Sanseverino muovono per finire il lavoro lasciato incompiuto dal conte di Carmagnola nella palude di Maclodio, cinquantacinque anni prima. La parola è alle armi, comincia l'ultima grande guerra tutta italiana del MedioEvo, l'estremo tentativo di trasformare in realtà il maggiore disegno politico mai concepito in laguna dopo la conquista dell'impero marittimo.