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Testimone prezioso di una cultura linguistica avviata ad una lenta dissoluzione già sul finire del XIX secolo, "il Giordani", così gli Alagnesi chiamano amichevolmente il libro, nel corso del tempo è diventato canone e regola per una lingua che trovò in questo testo la sua norma e il suo presupposto, in una dinamica che è raro ritrovare presso altre comunità linguistiche minime, dove solitamente è l'oralità il contesto in cui gli idiomi locali si sono tramandati e si tramandano anche per millenni. Segno evidente di questa particolarità, per certi versi, è proprio questa nuova riedizione, fortemente voluta dagli esponenti dell'associazione Walser Gmai, da decenni impegnata nella promozione e nella tutela del titschu alagnese, i quali, nonostante siano ormai disponibili nuovi dati frutto di ricerche sul campo, hanno voluto ripubblicare tal quale l'opera di oltre un secolo fa, nata in seno a una comunità particolarmente vivace e attenta alle nuove correnti culturali europee.